XIX International Summer School on Religions -
San Gimignano 25-29 agosto 2012
Immaginari del cambiamento. Religioni e sviluppo economico in America Latina.
A cura di Arnaldo Nesti, Luigi Berzano, Enzo Segre, Andrea Spini.
Nel seguito, il
comunicato di presentazione.
Presto, il programma provvisorio.
Immaginari del cambiamento.
Religioni e sviluppo economico in America Latina
Quest’anno il focus della nostra Summer School è l’America Latina. In un momento in cui si rende sempre più drammatico il senso e il destino dell’Euro e, in genere, dell’Europa, in modo particolarissimo, sulle orme di Marco del Cuore di De Amicis, riteniamo importante, oltre che suggestivo, rifare il cammino dagli Appennini alle Ande, per andare con la mente e con il cuore ai problemi e alle prospettive dell’America Latina. Le connessioni fra Europa e America Latina sono strettissime. A questi legami l’Europa tutta deve riandare. Il Mediterraneo è davvero largo sulle sue sponde. Di fatto, sono coinvolte le sorti, il futuro dei continenti.
Per sottolineare il nostro interesse al mondo latino americano, fino alla fine avevamo sperato di ospitare quest’anno un evento del tutto eccezionale. Avevamo invitato a tenere la prolusione, il presidente della Repubblica del Paraguay, Fernando Lugo. Come sapete la vittoria di Lugo nel 2008 era stato un evento epocale. Per la prima volta il Paraguay, da poco tornato alla democrazia, eleggeva un capo di Stato di centro sinistra, sorretto da una coalizione variegata di partiti, ma con un programma di governo decisamente orientato a favore delle classi più povere, il cui punto principale era l’avviamento della riforma agraria. Il suo mandato è stato però fortemente limitato oltre che dai poteri forti e dalle sue precarie condizioni di salute. Infine la sua destituzione rappresenta un invito a riflettere sulla distanza fra la democrazia formale e democrazia sostanziale. Il Paraguay rappresenta il buco nero dell’America Latina, una centrale del contrabbando(di uomini, droghe, soldi, armi) e un santuario dormiente del terrorismo e dell’estremismo di ogni forma, a livello internazionale. Il mondo finora si è occupato poco di Asunciòn, sarebbe sorprendente se iniziasse a farlo, per una crisi interna. Come ha detto Lugo il golpe non ha messo in questione Ferdinando Lugo, ma la democrazia del Paraguay, direi del continente latino americano in una momento di drammatica ripresa del senso civico e democratico.
Occuparsi dunque oggi di America Latina non è, dunque, un optional accademico, ma un dovere per scrutare i segni del futuro civile del mondo in mutamento.